giovedì 6 ottobre 2016

Cachi o Kaki, Frutto Antico, Dolce e Stuzzicante

Soffice, carnoso e dolcissimo, il frutto del cachi simboleggia l'autunno, stagione “di passaggio” responsabile spesso di spossatezza e stress psicofisico; grazie agli interessanti valori nutrizionali e alle proprietà correlate, il cachi rappresenta un ottimo espediente per iniziare al meglio l'autunno.

Anzitutto i cachi sono considerati molto energetici: a tal proposito sono indicati a bambini, anziani e agli amanti dello sport.
Inoltre, i frutti vantano proprietà lassative, diuretiche ed epatoprotettive (promuovere la crescita del tessuto epatico e la sintesi biliare).

Studiando le tabelle dei valori nutrizionali i cachi non rientrano tra quelli a basso tenore calorico, infatti, 100 grammi di cachi forniscono circa 272 kJ.

L'acqua costituisce circa l'80%, gli zuccheri il 16-18%, mentre le fibre sono calcolate intorno al 2,5%, le proteine allo 0,6% e i grassi allo 0,3%.

Tra i sali minerali, il primato è il potassio che conferisce al cachi le spiccate proprietà diuretiche, oltre al potassio, si presentano anche il fosforo, il magnesio, il calcio ed il sodio, in tracce si ritrova il selenio ed il manganese.

Considerevole la quantità di vitamina C che varia in funzione del grado di maturazione.

Il cachi è ricco di beta-carotene, vitamina A. I pigmenti, licopene e xantine, agiscono sinergicamente con la provitamina A, potenziandone l'azione antiossidante e possibile prevenzione dalle malattie cardiovascolari.

Il cachi acerbo è miniera di tannini, note proprietà astringenti.



La tipica percezione di avere la “bocca legata” è dovuta proprio alla componente tannica, durante la maturazione, la quantità di tannini si riduce fortemente e gli zuccheri, fruttosio e glucosio, aumentano.

Il cachi è un frutto piuttosto energetico per la quantità di zuccheri, pertanto il consumo di cachi è sconsigliato per chi soffre di diabete o di obesità, ma raccomandato in caso di inappetenza, stress psicofisico e sport.

Il cachi dovrebbe essere consumato crudo, in questo modo, viene garantito un buon apporto in termini di vitamine e sali minerali, beneficiando del buon effetto vitaminizzante.

Per la presenza del potassio, è considerato un buon diuretico e depurativo, mentre il cospicuo contenuto in fibre rende il frutto un ottimo rimedio naturale contro la stitichezza.

Il cachi è consigliato anche in caso di disturbi epatici, emorragie o cure antibiotiche responsabili di una compromissione della flora intestinale.

Ottimo rimedio naturale contro lo stress, è raccomandato anche in caso di stanchezza ed astenia.

Da ultimo esercita un'importante attività protettiva nei confronti di milza, pancreas, stomaco ed intestino tenue.

Nella sua varietà più comune, la coltivazione del cachi è una delle più antiche, attestata nella zona centro-meridionale della Cina oltre duemila anni fa, si è poi diffusa in Corea, Giappone e intorno alla metà dell'Ottocento in America ed Europa, a partire dal 1916 arriva in Italia,.

È un frutto antico, insomma, meno diffuso sulle tavole italiane rispetto ad altri prodotti autunnali, ma capace comunque di stuzzicare i palati più golosi.

E già, perché il nome originario di questo frutto dal colore rosso aranciato è Diospyros kaki, che significa proprio "cibo degli dei", per il suo gusto dolcissimo, dovuto all'elevata percentuale di zuccheri contenuta nella polpa.


Il Caco Mela
La varietà più diffusa e conosciuta è quella con la polpa cremosa e la buccia spessa, esiste anche una variante dalla buccia più sottile e dalla polpa molto più soda, simile a quella delle mele, da qui il nome.
È meno dolce del fratello "cremoso" e può essere mangiato tagliandolo a spicchi.

Dolce o Salato?
Il sapore dolce fa sì che l'utilizzo più comune in cucina riguardi crostate, confetture e vellutate.
Ma come tutti i frutti, anche i cachi si prestano ad accompagnare sapori salati, per esempio condendoli con un pizzico di pepe e servendoli insieme alle carni bollite o arrosto.


Il Kaki Cioccolatino, insolita varietà buona già alla raccolta.
La varietà di kaki Cioccolatino risulta decorativa in tutte le stagioni per il bel fogliame folto e lucido e, soprattutto in autunno, quando i frutti prendono colore risaltando sui rami spogli.

La raccolta avviene in ottobre, quando i frutti hanno preso un bel colore arancio scuro, si possono mangiare già alla raccolta, quando sono ancora piuttosto duri, ma a maturazione avanzata, dopo alcuni giorni, risulteranno certamente più squisiti, per tale ragione si raccolgono con gradualità, scegliendo ogni volta i frutti di colore più intenso e perciò più maturi, in modo da gustare a pieno la loro bontà.







Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/benessere/cachi-proprieta.html



Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/benessere/cachi-proprieta.html

Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/benessere/cachi-proprieta.html

martedì 2 agosto 2016

Aceto di mele: 8 usi e benefici

Aceto di mele: 8 usi e benefici


L’aceto di mele è un prodotto molto utilizzato in tutto il mondo, visti i molteplici benefici che ha per la salute del nostro organismo e per la pulizia della casa. 
Contiene più di trenta importanti elementi nutritivi, una grande quantità di vitamine A e B, acidi grassi essenziali, sali minerali e molti altri elementi che si occupano di agire all’interno del nostro organismo per migliorare la sua funzionalità e combattere diverse malattie.

L’aceto di mele è stato utilizzato sin dall’antichità in piccole quantità per calmare molti dolori, scacciare le malattie e depurare l’organismo

Questo prodotto ha numerose proprietà molto benefiche per equilibrare il metabolismo del corpo, per la cura della pelle, per le allergie e le malattie respiratorie, tra le altre cose. 

1. Problemi digestivi 

L’aceto di mele ha la capacità di aumentare gli enzimi nell'organismo, in questo modo distrugge i batteri dannosi e regola gli acidi dello stomaco
L’ideale per trattare problemi digestivi come gas, spasmi, stitichezza e in generale per mantenere il buon funzionamento dell’apparato digestivo. 

Si raccomanda di consumarne un cucchiaino mezz’ora prima di ogni pasto.

2. Perdere peso

Un grande alleato per dimagrire, perché tra i suoi componenti troviamo l’acido acetico, un elemento che si incarica di ridurre il peso corporeo, il grasso addominale e quello che si trova solitamente nella zona delle gambe e del girovita.

Per sfruttare questo beneficio dell’aceto di mele al meglio, si raccomanda di scioglierne due cucchiai in acqua e consumarlo preferibilmente a digiuno, magari prima dei pasti principali.


3. Diabete

Includere l’aceto di mele nella dieta può aiutare a controllare i livelli di zucchero nel sangue
Per fare in modo che sia efficace, è necessario combinare il consumo di aceto con una dieta bilanciata, povera di grassi saturi, ed eliminare il consumo di zuccheri raffinati.
Per combattere il diabete, si raccomanda di diluire due cucchiai di aceto in un bicchiere d’acqua e consumarlo la sera prima di andare a dormire.


4. Micosi della pelle

L’acido acetico contenuto nell’aceto di mele è un elemento che tratta ed elimina completamente i funghi.

Per utilizzarlo, si deve sciogliere due o tre tazze di aceto di mele nell’acqua della vasca e immergersi per 15 minuti. 

Si può anche mischiare un cucchiaino di aceto di mele in un cucchiaio di acqua e applicarlo direttamente sulla zona colpita. 

5. Problemi articolari

L’aceto di mele è un ottimo alleato per combattere problemi come l’artrite e l’artrosi.  
Grazie alle sue proprietà, l’aceto aiuta a ridurre la pressione, il dolore ed i fastidi
L’ideale per curare le ferite ed elimina anche i crampi alle gambe.

Questo aceto contiene acido malico, che aiuta a combattere le infezioni batteriche e anche a sciogliere i depositi di acido urico che si formano nelle articolazioni, e che provocano dolore. 


Si raccomanda di mischiare due cucchiai di aceto di mele in un bicchiere di acqua tiepida, si può anche aggiungere un cucchiaio di miele, e consumarlo immediatamente.

6. Capelli

Applicare tre cucchiai di aceto di mele sui capelli umidi è l’ideale per dar loro una luminosità naturale e per eliminare la forfora
Controlla il pH del cuoio capelluto, calma le irritazioni ed è ottimo per i capelli grassi. 

Si raccomanda però di farne un uso moderato, perché può causare prurito e bruciore. 

7. Acne e macchie della pelle

Le proprietà antisettiche e antibatteriche dell’aceto di mele sono l’ideale per la cura della pelle. 
Nel caso dell’acne e delle macchie può essere molto efficace, perché aiuta a ripristinare lo strato acido della pelle, che causa i depositi di grasso e la secchezza.

Per utilizzarlo basta preparare una lozione combinando al 50% aceto di mele e acqua, e poi applicarla direttamente sulla pelle. 


8. Per la casa

Oltre ai suoi usi per la salute del nostro organismo, l’aceto di mele può essere un grande alleato anche in casa.
  • Conservare l’aceto di mele in un contenitore spray è l’ideale per poi poterlo spruzzare sulle finestre, sulle porte e su qualsiasi luogo da cui tendono ad entrare le formiche.
  • Diluire aceto di mele in acqua è un repellente naturale per evitare che ci pungano degli insetti.
  • L’aceto tiene sotto controllo le pulci sia negli animali domestici che in casa.
    Per questo è bene diluire nell’acqua in cui si farà il bagno agli animali ci casa con un po’ di aceto di mele.
    Per quanto riguarda gli ambienti della casa, basterà mettere un piccolo recipiente con dell’aceto di mele negli angoli in cui si crede ci siano pulci.
  • È un ottimo prodotto per pulire i vetri.
    Per utilizzarlo basterà diluire dell’aceto in acqua tiepida e poi pulire passando un panno morbido.
  • È l’ideale per lavare gli utensili della cucina, pulisce, sgrassa e disinfetta.

venerdì 8 luglio 2016

Un infarto e dopo? Miele di rododendro...


Il mio fiore preferito in questo periodo?

Il rododendro...selvatico,naturalmente,è più consono al mio carattere,al mio stato d'animo in questo periodo!

Sopravvivere all'infarto è come avere una seconda chance da sfruttare per vivere meglio, dopo. 
Ma per riuscirci c'è bisogno di avere qualcuno accanto: i medici che rispondano a mille dubbi, gli psicologi che aiutino a superare le difficoltà, il partner che sostenga e accompagni in questo percorso di rinascita.

Belle parole che in molti casi non rispecchiano la realtà, vuoi perché ogni infarto è diverso,a seconda dei danni che provoca, ma soprattutto,quale seconda chance? 

Di fare cosa?


Come dico spesso...dipende,ogni cosa dipende..
..
Parlare di rinascita mi sembra un pò troppo ottimistico,visto come ti cambia la vita un evento del genere, parlerei di sopravvivenza, per come intendo "la vita io"...

E così...mi "rododendro"...

Prenderò un pò di miele...

Il miele di rododendro è uno dei 3 mieli italiani ad essere Presidio Slow Food. 


Un miele raro, gli apicoltori devono fare grandi sforzi per portare i loro alveari sulle vallate alpine più soleggiate.

Miele di rododendro: come si produce

Il miele di rododendro è sicuramente uno dei mieli più rari e pregiati, per questo molto ricercato dai suoi numerosi estimatori.
Un miele di alta quota molto difficile da produrre per via delle condizioni climatiche che a quelle altitudini possono influenzare le fioriture. Sono infatti molte le annate in cui non vi è produzione. Gli alveari vengono portati sui versanti Alpini più esposti al sole, a quote comprese tra i 900 e i 1500 m slm ma in alcuni casi le api possono volare sino a oltre 2000 m per raccogliere il nettare di questo fiore in zone assolutamente incontaminate.

Miele di rododendro caratteristiche

  • Consistenza: quando puro cristallizza rapidamente.
  • Colore: da incolore a giallo paglierino nel miele liquido, da bianco a beige cristallizzato.
  • Sapore: dolce, vegetale, delicato. Se le api hanno raccolto anche lampone e melata diventa più fruttato.

Miele di rododendro proprietà e benefici

Un miele di rododendro in purezza è piuttosto raro e solitamente i mieli definiti abitualmente di rododendro presentano un aroma più intenso rispetto a quello descritto, dovuto alla presenza di pollini di altre fioriture.
Sono comuni mieli di rododendro con un aroma floreale/fruttato dovuto al lampone o con odore pungente dovuto al timo.
Scegliere un miele di rododendro di Alta Montagna significa avere la certezza di un prodotto raccolto in zone incontaminate, dove non sono presenti aree industriali e insediamenti urbani. L’aria è pura, l’acqua limpida, non ci sono nelle vicinanze coltivazioni intensive e le api possono operare indisturbate, senza fonti di stress.
In questo miele non si trovano residui di metalli pesanti, nè tracce di erbicidi come il pericoloso glifosato. E questo con notevoli benefici per la nostra salute.
Nella tradizione popolare al miele di rododendro vengono attribuite proprietà depurative, ricostituenti, di calmante dei centri nervosi e utile contro l’artrite.

Il miele di rododendro può essere tossico?

Sono più di 700 le specie botaniche di rododendro presenti sul pianeta e solo 5 di esse sono risultate essere produttrici di nettare tossico. Sono specie endemiche presenti in Turchia, ed è in queste regioni che in passato furono segnalati alcuni casi di intossicazione dopo che alcune persone avevano ingerito miele di rododendro contaminato.

Sulle nostre montagne la varietà presente è il rododendro delle Alpi, che non produce nettare tossico. Quindi quando acquistate il miele di rododendro verificate sempre la provenienza.



Annoverato tra i mieli Presidio Slow Food per i Mieli di Alta montagna – che tutelano piccole produzioni di qualità di mieli raccolti oltre i 1200 m. I mieli classificati Presidio Slow Food sono 3melata d’abetemillefiori di alta montagna e appunto il miele di rododendro.
Un aspetto molto importante è che le proprietà del miele di rododendro sono presenti in quelli artigianali da apicoltura biologica.
Su spesaclick.com abbiamo selezionato un miele di rododendro del Piemonte, raccolto in Val Orco tra i 1500 e 2300 m slm. Un miele di produzione limitata:

martedì 17 maggio 2016

Latte di Gallina


Una cosa è certa: non si vende al supermercato, non esiste nè intero nè parzialmente scremato e non è neanche a lunga conservazione.

Mi spiace per coloro che volevano provarlo perchè intolleranti al latte di mucca.

Si chiama ornitogalo e lo possiamo trovare però gratis nei campi, nei vigneti, negli incolti, lungo le strade dove si sviluppa con grande facilità e con fioriture molto appariscenti, anche in questo controverso priodo primaverile.

Il latte di gallina ovvero Ornithogalum umbellatum è una pianta erbacea perenne con bulbi sotterranei, appartenenti alla famiglia delle liliacee, l’origine del nome si deve al greco “ornis” = gallina, uccello, e “gala” = latte, il suo nome Latino è quindi dovuto al lattice bianco contenuto nel fusto e la forma del fiore.

Attenzione però, è una dama tossica, infatti la pianta contiene colchicina, soprattutto nel bulbo, nonostante cioò è una pianta edibile, i fusti fioriferi vengono lessati e consumati come il più comune asparago coltivato.

Si conservano anche sott'aceto.

Questa specie di ornitogalo è la più diffusa in Italia ed in generale in Europa, dalla Gran Bretagna fino alla Turchia, abbondante anche in Nordafrica e naturalizzata negli Stati Uniti d'America ed in Canada.

È apprezzata per i suoi bei fiori bianchi che sbocciano in luoghi incolti ed in prati fino a ca. 1500 m di altitudine
I fiori sono situati in ombrelle rade, corimbi, all'apice di corti steli, 12-18 cm.
Ogni pianta può portare fino a 20 fiori, ma generalmente sono solo 5-6. 
All'esterno i petali sono verdi e i fiori chiusi sono poco appariscenti. 
Essi si aprono in primavera a forma di stella solo nelle ore diurne, a questa caratteristica è dovuto il nome inglese Star of Bethlehem, mentre i nomi volgari italiani sono Latte di Gallina e Cipollone bianco.

Esistono però più di 150 specie di questo genere.
Varie specie sono di origine mediterranea e non presentano difficoltà nella coltivazione. Anche quelle provenienti dall'Asia sono generalmente assai rustiche.
Più difficili, perché suscettibili al freddo, sono invece quelle originarie dal Sudafrica. Quest'ultime vengono commercializzate in primavera.

L'eccezione più importante è costituita da Ornithogalum dubium, una bellissima specie con fiori giallo-arancione, disponibile anche in autunno, ma consigliata solo per la coltivazione in vaso.

 
Tutte le parti delle piante sono altamente tossiche.

Si sono verificati casi di intossicazione grave quando i bulbi degli ornitogali sono stati mangiati invece dei prelibati lampascioni. 


A tutti gli stressati di questo mondo, farà comodo questa ricetta ricostituente, che è il nettare dell’espressione che dà il titolo a questa sezione.


Il latte di gallina è, nella gastronomia, una bibita corroborante che si elabora sbattendo un tuorlo d’uovo con abbondante zucchero e poi si diluisce con latte bollente e con un’aggiunta di cognac o rum. 

La versione popolare del l comprende un’ampia gamma di bevande a base di tuorli d’uovo frullati con acqua e zucchero, o sbattuti nel brodo a bagnomaria. 

Sicuramente nei ricordi d’infanzia di molti sarà presente un ricostituente di questo tipo, una ricetta familiare che si tramanda di generazione in generazione, almeno fino all’arrivo sul mercato delle bibite energetiche! 

In senso figurato, il latte di gallina è qualsiasi cibo o bevanda squisita o rarissima e introvabile, per il fatto che gli uccelli non producono latte. 
In botanica invece il latte di gallina è l’aglio selvatico (Ornithogalum bellatum), un’erba bulbosa delle liliacee piuttosto comune sia nelle regioni mediterranee che nell’Europa centrale.


E visto che il latte di gallina si cuoce a bagnomaria, è il caso di andare a vedere da dove deriva questa espressione, che a volte si trova scritta anche nella forma staccata, bagno Maria.

Il metodo di cottura o di riscaldamento delle pietanze denominato balneum Mariae è molto più antico di quanto si possa pensare, si perde nella notte dei tempi.
La Maria che inventò il metodo fu probabilmente Maria Giudea, che la tradizione identifica con Miriam, sorella di Mosè e Aronne, considerata nel mondo antico e nel Medio Evo come la depositaria dell’arte magica e alchimistica del popolo ebreo.
L’uso che si faceva anticamente del bagnomaria fu quindi assai diverso da quello che conosciamo oggi.


Veniva preparato con il latte appena munto e le uova di gallina nostrane.

Gli adulti lo bevevano quando erano raffreddati, alla sera, prima di addormentarsi.

Ingredienti

  • 4 tuorli d’uovo
  • 8 cucchiai di zucchero
  • 1 litro di latte
  • 1 bicchierino di cognac o rhum
  • 1 stecca di vaniglia

Preparazione

Far bollire il latte con la stecca di vaniglia e nel frattempo sbattete i tuorli d’uova con lo zucchero, sino a quando il composto sarà spumoso.
Aggiungete a poco a poco il latte bollente aromatizzato con il cognac (o il rhum), avendo cura di mescolare molto lentamente.

Servitelo caldo in appositi bicchierini o in tazzine da caffé.

giovedì 5 maggio 2016

Come Prevedere il Tempo

Molto prima dello sviluppo della meteorologia, le persone si affidavano all'osservazione, all'analisi dei modelli e alla saggezza popolare per evitare di essere colti di sorpresa dagli elementi.
Quando avrai appreso questi metodi e sarai in sintonia con il cielo, l'aria e il comportamento degli animali, potrai predire il tempo con discreta precisione.

Osservare il Cielo


Esaminare le nuvole 
I tipi di nuvole nel cielo, e la direzione verso la quale si stanno muovendo, possono dare molte indicazioni sul clima futuro.
In generale, le nuvole bianche e alte portano il bel tempo, e quelle basse e scure significano che stanno per arrivare piogge e tempeste. 


  • La presenza di cumulonembi nelle prime ore della giornata, con un aumento continuo nelle ore seguenti possono indicare un'alta probabilità di rovesci in futuro.
  • Possono formarsi nuvole mammatocumuli, formate dall'aria che precipita, sia in caso di tempeste gravi e meno gravi.
  • I cirri, alti nel cielo come lunghi fili, indicano l'arrivo del brutto tempo in 36 ore.
  • Anche gli altocumuli, simili a scaglie di pesce, indicano l'arrivo del brutto tempo nelle prossime 36 ore.
  • È possibile che compaiano cirri e altocumuli nello stesso cielo, in questo caso, la pioggia è certa nel giorno successivo.
  • Le torri di cumuli indicano la possibilità di rovesci nel corso della giornata.
  • I nembostrati si formano a bassa quota e sono nuvole minacciose, che indicano che la pioggia è imminente.
  • Un cielo coperto d'inverno porta spesso un clima più mite, perché le nuvole prevengono le radiazioni di calore che farebbero abbassare la temperatura in una notte tersa.


Cercare il cielo rosso
Il detto: "Rosso di sera bel tempo si spera; rosso di mattina, la pioggia si avvicina." 
Cercare i segni di rosso nel cielo, non un sole rosso, si tratta di un colore arancione acceso o rosso nella maggior parte dei casi, ma questo dipende dal luogo in cui si vive 





  • Se si nota un cielo rosso al tramonto, quando si guarda ad ovest, significa che un sistema d'alta pressione che porta aria secca sta portando delle particelle di polvere nel cielo, provocando il colore rosso.
    Dal momento che i movimenti dei fronti e delle correnti solitamente si muovono da ovest a est, l'aria secca sta arrivando nella tua direzione.
  • Un cielo rosso al mattino, ad Est dove il sole sorge, significa che l'aria secca ti ha già superato, e ciò che segue è un sistema di bassa pressione che porta umidità.
Cercare l'arcobaleno a ovest
Questo è il risultato dei raggi del sole che nasce ad est che colpiscono l'umidità a ovest.
La maggior parte dei fronti temporaleschi nell'emisfero nord viaggiano da ovest a est, e un arcobaleno ad ovest significa che da quella parte si trova dell'umidità, e che probabilmente sta arrivando la pioggia.
Al contrario un arcobaleno a est all'ora del tramonto significa che la pioggia sta passando e che arriveranno giorni di sole. 
Il detto: "Arcobaleno di mattina, il brutto tempo si avvicina".
Osservare la luna

Se è rossa o pallida, nell'aria c'è della polvere.
Se la luna invece è luminosa o molto a fuoco, la bassa pressione ha probabilmente eliminato la polvere, e indica un'alta probabilità di pioggia.
  • Un anello intorno alla luna, provocato dalla riflessione della luce attraverso dei cirrostrati associati con fronti caldi e umidità, può indicare l'arrivo della pioggia nei prossimi tre giorni.
Sentire il Vento e l'Aria
Individuare la direzione del vento

Se non si è in grado di capire subito la direzione del vento, gettare qualche filo d'erba nell'aria e osserva la sua discesa.

I venti da est, possono indicare l'arrivo di un fronte temporalesco.
I venti da ovest spesso portano il bel tempo.
I venti forti indicano una grande differenza di pressione, una possibile indicazione dell'avanzamento dei fronti temporaleschi. 
Accendere un fuoco

Il fumo dovrebbe salire continuamente.

Se il fumo rotea e scende, è un'indicazione della presenza della bassa pressione, che porta la pioggia. 

Controllare la presenza della rugiada di mattina

Se l'erba è secca, questo indica la presenza di nuvole o forti brezze, e di conseguenza dell'arrivo della pioggia.

Se si nota della rugiada, probabilmente non pioverà quel giorno.
Se però ha piovuto durante la notte, questo metodo non sarà affidabile. 

Osservare le foglie
Gli alberi decidui mostrano i lati inferiori delle foglie in presenza di venti insoliti, perché crescono in un modo che le mantenga nella direzione giusta durante i venti tipici prevalenti. 
Fare un respiro profondo
Chiudere gli occhi e annusare l'aria. 

Le piante rilasciano le scorie in presenza della bassa pressione, generando un odore simile al compost e indicando l'arrivo della pioggia.
  • Le paludi rilasceranno gas subito prima di una tempesta a causa della bassa pressione, generando un odore sgradevole.
  • Un proverbio recita "I fiori hanno un profumo migliore prima della pioggia." I profumi sono più forti quando l'aria è umida.
Cercare segni di umidità. 
Molte persone possono avvertire l'umidità, soprattutto nei capelli, si arricciano e diventano crespi. 
Anche osservare le foglie di rovere o gli alberi d'acero, queste foglie tendono ad arricciarsi quando l'umidità è alta, una condizione che precede le piogge.
  • Le scaglie delle pigne rimangono chiuse se l'umidità è alta, e si aprono se l'aria è secca.
  • In condizioni umide, il legno si gonfia, notare se delle porte si chiudono male, e il sale forma dei grumi.
Osservare il Comportamento degli Animali

Prendere nota degli uccelli
Se volano alti nel cielo, probabilmente ci sarà bel tempo. 

L'abbassamento della pressione dell'aria provocato da una tempesta imminente provoca un fastidio nelle orecchie degli uccelli, che volano bassi per alleviarlo.

Un alto numero di uccelli che si riposano sulle linee elettriche indicano una riduzione della pressione dell'aria.
  • I gabbiani hanno la tendenza a smettere di volare e trovare riparo sulla costa se sta arrivando una tempesta.
  • Gli uccelli diventano molto silenziosi subito prima dell'arrivo della pioggia.
Fare attenzione alle mucche
Tipicamente si sdraiano prima di una tempesta. 
Inoltre hanno la tendenza a raggrupparsi prima dell'arrivo del brutto tempo.

Osservare i formicai

Alcune persone sostengono che le formiche costruiscono formicai dalle pareti molto ripide subito prima della pioggia.

Creare Metodi di Predizione

Imparare i principi fondamentali di predizione
Ogni metodo di predizione si basa sugli stessi principi: 
  • la bassa pressione porta la pioggia
  • i sistemi climatici principali si muovono da ovest a est
Per fare una previsione del tempo basterà riconoscere le indicazioni di un cambiamento di pressione nella tua zona.
  • Anche se i sistemi prevalenti si muovono da ovest ad est, le tempeste singole in una particolare regione potrebbero non farlo, a causa dei fenomeni climatici locali.
Facendo delle ipotesi e comprovando le predizioni, si potrà affinare le capacità di previsione del tempo
  • Se si risiede per lungo tempo in una zona e si passa molto tempo all'aperto, in particolar modo gli agricoltori, i pescatori e simili, si impara a osservare le tendenze che possono dare indizi sullo sviluppo del clima a lungo termine e sui cambiamenti stagionali nella loro specifica zona geografica.
  • Fare attenzione alla flora e alla fauna uniche della propria regione
  • Iniziare a notare dei modelli che si ripetono che possono aiutare a predire meglio il tempo

lunedì 2 maggio 2016

Sambucus nigra ovvero Sambuco comune

Il sambuco comune è una pianta legnosa a foglie decidue, è una specie molto diffusa in Italia soprattutto negli ambienti rurali, lungo le linee ferroviarie, parchi, boschi umidi e rive di corsi d'acqua, comunissimo lungo le siepi campestri, nei boschi planiziari e submontani e presso i casolari di campagna
Il sambuco è un albero alto circa 4 - 6 m, i rami portano delle foglie di colore verde scuro imparipennate con margine dentato - seghettato.
I fiori sono molto vistosi, larghi 10 – 20 cm.
Fiorisce tra aprile e giugno.
I frutti sono delle bacche nerastre, nero-violacee o rosse, lucide, che contengono un succo di colore viola-porporino scuro, impiegato anche per colorare i vini .

La pianta presenta rami con midollo molto grosso, bianco, leggerissimo e compatto, che viene raccolto ed impiegato per costruire giochi popolari di origine contadina come lo "scioparolo", nel quale tagliandone un ramo di diametro 4-5 cm e di lunghezza 20-25 cm viene tolto il midollo ed inserito al posto di esso un ramo poco più lungo e di pari diametro del midollo appena tolto.

Facendo scorrere velocemente al suo interno il rametto fa partire una pallina di canapa arrotolata precedentemente inserita e posta estremità dello "scioparolo".
Era un gioco povero e antico di cui oramai si sono quasi perse le tracce.
Viene scelto questo tipo di legno per la sua estrema leggerezza.
La corteccia dei rami stessi presenta rade e grosse lenticelle.


Il sambuco presenta proprietà medicinali - erboristiche riscontrabili nei frutti e nei fiori. Tutto il resto della pianta, semi compresi, è velenoso poiché contiene il glicoside sambunigrina. Estratti da corteccia, foglie, fiori, frutti e radici erano usati nel trattamento di bronchiti, tosse, infezioni del sistema respiratorio superiore e febbre.

Della pianta di sambuco si sfruttano principalmente i fiori e le foglie. Dal punto di vista nutrizionale, il vegetale è ricco di vitamine A, B1, B2, B3, B5, B6 e C, a cui si aggiungono flavonoidi, triterpeni, glicosidi, zuccheri e tannini.

Dai fiori si ricava solitamente un infuso, noto per la sua capacità di aumentare la sudorazione corporea, così da favorire l’eliminazione delle tossine e la contenzione della temperatura durante gli stati febbrili.

Uniti alle foglie, i petali in infusione vengono impiegati per la creazione di tisane contro i problemi delle vie respiratorie, come asma, tosse e raffreddori, anche perché i flavoni della pianta hanno un effetto vasodilatatore che sblocca tutte le occlusioni dovute dal muco in eccesso.

Per questo, fiori e foglie possono essere adoperati anche per migliorare la circolazione sanguigna, soprattutto quella periferica, sia con l’assunzione orale che con impacchi localizzati per limitare la rottura dei capillari o per un rapido sollievo alle scottature. 

Sempre in impacco e sempre per le sue proprietà sulla circolazione, il sambuco è utile anche per lenire il dolore a gambe e articolazioni nelle donne, così come il gonfiore dovuto ad attività fisiche intense o a una giornata sui tacchi. 

Negli uomini, invece, la tisana è largamente utilizzata per contenere i fastidi del mal di schiena.

Le bacche sono principalmente composte da acqua, ma al loro interno non mancano carboidrati, fibre e sali minerali come il potassio, il magnesio, lo zinco, il sodio e il calcio.
 

Il loro impiego è quasi strettamente legato al benessere dell’apparato digerente, grazie alla loro unica capacità di risolvere anche le più grave condizioni di stitichezza.

La preparazione è solitamente in decotto o in tisane e l’assunzione ha un immediato effetto lassativo, quindi il ricorso è sconsigliato a chi soffre di dissenteria frequente o di infiammazioni croniche al colon o al retto.
Abbinare alla corteccia, le bacche di sambuco possono avere anche effetti diuretici utili per il benessere di reni e vescica, mentre in impacco aiutano a ridurre il gonfiore locale e a contenere gli eccessi di sebo.


Ha inoltre molteplici utilizzi tra i quali:
  • usato come aroma nel pane per fare il "pane col sambuco"
  • I fiori si impiegano in erboristeria per la loro azione diaforetica
  • con i fiori è possibile fare uno sciroppo, da diluire poi con acqua, ottenendo una bevanda dissetante. 
  • lo sciroppo è utilizzato anche nella preparazione di cocktail
  • si può far fermentare lo sciroppo diluito, ottenendo così una specie di spumante.
  • dai fiori si ricava un estratto che viene utilizzato per la produzione della sambuca, liquore a cui ha dato il nome ma che, nelle ricette attuali, è prevalentemente basata sull'anice.
  • le bacche sono mangiabili solo dopo cottura e vengono impiegate per gelatine e marmellate, però non bisogna abusarne a causa delle proprietà lassative. 
  • le bacche vengono utilizzate anche per minestre dolci
  • la pianta viene utilizzata anche a scopo ornamentale, mentre dal tronco si ricava un legno duro e compatto, utilizzato come combustibile e per lavori al tornio, il legno dei giovani rami al contrario è tenero e fragile.
  • il succo delle bacche, fresco o fermentato, è usato per produrre inchiostri che, a seconda della specie, delle condizioni della pianta e della ricetta, possono apparire blu, blu/nero, marrone, lilla, rosso
  • contro i topi nell'orto, nell'agricoltura biodinamica, se ne utilizza il macerato.
    In 20 litri di acqua si macerano 10 chili di foglie di Sambuco.
    Dopo una decina di giorni la poltiglia che rimane si diluisce ancora in 10 litri di acqua. Irrorare più volte intorno alle piante attaccate dai topi.
Tutte le parti della pianta sono tossiche per la presenza di cianuro e vari alcaloidi.

Fanno eccezione i fiori e le bacche mature, ma non i semi al loro interno.
 

Nella preparazione di marmellate la cottura o la macerazione delle bacche sono sufficienti a far sì che i composti cianogenetici si volatilizzino completamente.

Nel caso di un'ingestione accidentale i sintomi dell'intossicazione sono gli stessi dati dall'ingestione delle mandorle amare che egualmente, com'è noto, contengono composti cianogenetici.

mercoledì 13 aprile 2016

La marcatura dell'ape regina

La ricerca di un'ape regina, in un alveare vigoroso, ha sempre creato per l'apicoltore professionista un impegno ed una perdita di tempo prezioso.

Per facilitarne l'individuazione gli allevatori d'api regine sono ricorsi alla marcatura, imprimendo sul torace della regina una goccia di vernice indelebile di colore vivace, al fine di poterla identificare sul favo dalle altre api con più facilità e rapidità.

La marcatura può essere fatta in qualsiasi momento della stagione apistica, esclusa nel periodo invernale quando la temperatura è troppa bassa e le api sono in glomere, è preferibile marcare la regina, appena sia stata fecondata nel nucleo di fecondazione, all'inizio della primavera.

Una volta marcata la regina, bisogna aspettare qualche minuto, prima di reintrodurla nell'alveare, affinché la vernice sia perfettamente asciutta e non vi siano odori estranei, perché si rischierebbe di far aggomitolare la regina.

Con la marcatura si riesce a conoscere in ogni momento l'età della regina, ma non la sua prolificità e a renderla più visibile sui favi quando la famiglia è forte.

A seguito d'accordi internazionali, le api regine, sono marcate annualmente con una serie periodica di cinque colori diversi. 
Sono stati scelti cinque colori, in funzione del loro nome in ordine alfabetico, si attribuisce sempre agli anni che terminano per zero o per cinque il colore azzurro e a tutti gli altri la tinta che segue rispettando l'ordine alfabetico

Ecco un esempio, dei colori utilizzati, in funzione dell'anno.

Azzurro
Anno 2010-2015

Bianco
Anno 2011-2016

Giallo
Anno 2012-2017

Rosso
Anno 2013-2018

Verde
Anno 2014-2019